Elementi per la costruzione di realtà alternative. Il Barocco e le Avanguardie |
Presentazione Con questo lavoro ho voluto prima di tutto soddisfare una mia esigenza
personale, una curiosità scaturita da una serie di constatazioni
generali intorno all’epoca in cui vivo e ai suoi prodotti artistici
e culturali. Ho avuto la sensazione che molte delle tematiche che reputiamo
“idee originali e modalità tipiche” della cultura dei
nostri giorni non solo siano rielaborazioni di risultati che ottennero
già le avanguardie storiche, ma che addirittura si siano già
manifestate, con le dovute differenze, in epoca anteriore e specialmente
in epoca barocca. Nella prima sezione mi sono occupata della metafora, il primo
strumento attraverso il quale il poeta può alludere al mondo alternativo
alla realtà fenomenica per eccellenza, l’interiorità
umana. La sinestesia è uno dei mezzi di cui si avvale la metafora
e benché il principio su cui si basa sia immutato (i termini che
la compongono appartengono a sfere semantiche sensoriali distanti tra
loro), le ragioni per cui essa viene impiegata si sono modificate col
tempo: nel barocco la sinestesia permetteva di cogliere l’unità
del mondo fenomenico, una complessità di rapporti stretti ma dimenticati
o celati dietro alla superficie delle cose, in epoca contemporanea invece
essa serve per costruire dei mondi poetici inediti ed autonomi dal nostro
in quanto si reggono su principi per i quali non valgono le nostre regole
logiche. La seconda sezione è dedicata ad una metafora che ebbe grande
fortuna in epoca barocca: il gran teatro del mondo. Più
che una metafora è una vera e propria visione di vita che mette
in evidenza il problema delle apparenze e dell’inautenticità
dei rapporti umani. È un problema che tornò alla ribalta
in epoca contemporanea soprattutto in seguito alle scoperte di Freud sui
meccanismi della psiche umana e sulle pesanti limitazioni che l’uomo
era/è costretto a subire in nome della convenienza sociale. Lo stesso testo mi ha consentito di esemplificare la tematica a cui ho dedicato la terza sezione: il metateatro. La funzione metateatrale da una parte sottolinea ancora una volta la similitudine tra il teatro e la vita, dall’altra spinge a considerare il Teatro come un mondo alternativo contenuto nella realtà fenomenica, popolato dalle sue fantasmatiche creature, costruito attraverso uno spazio che sta indefinitamente a cavallo tra la realtà e la finzione. La quarta sezione è dedicata alla metamorfosi, alle meravigliose
sensazioni che essa suscita. Ho analizzato questa tematica da un punto
di vista specialmente pittorico (cercando di stabilire comunque delle
relazioni anche dal punto di vista letterario), focalizzandomi in particolare
sulle potenzialità implicite nel passaggio da una forma all’altra
o più in generale da uno stato all’altro. La quinta sezione è dedicata alla macchina, al congegno e al rapporto speciale che essa ha instaurato con l’uomo nei secoli. Da mezzo per controllare la forza della natura, la macchina ha sempre più invaso lo spazio riservato all’uomo, fino a cominciare ad “arrogarsi diritti” perfino sul suo corpo e sulla sua mente, fino a far nascere il sospetto di essere diventata a sua volta creatrice di mondi. L’ultima sezione è dedicata interamente ad un racconto di Adolfo Bioy Casares, La invención de Morel, l’opera che ha ispirato non solo la mia ricerca ma anche una sperimentazione concreta personale delle tematiche che andavo analizzando per la realizzazione della tesi. Il racconto infatti contiene quegli elementi che consideravo “baroccheggianti”, come il problema dell’illusione, dell’inganno, del rapporto tra realtà ed irrealtà, della trasformazione, del protagonismo delle macchine, dell’ambiguità in generale e rappresenta una sorta di ponte tra le esperienze delle avanguardie e lo stato attuale della “poetica tecnologica”. La conclusione della mia ricerca è data dunque dall’esperienza personale derivante dalla messa in scena di una performance di video e danza che voleva ricreare la dimensione dell’isola di Morel e le sensazioni affini ad essa, per vedere fino a che punto queste tematiche possono essere sentite come attuali. L’esito, come vedremo, è stato sorprendentemente positivo, sia per il pubblico che per gli stessi interpreti, i quali in certi casi sono stati ingannati dalla loro stessa creazione. |