Oggi, in questa isola, è accaduto un miracolo. L’estate arrivò in anticipo. Misi il letto vicino alla piscina e continuai a farci il bagno fino a molto tardi. Dormire era impossibile. Bastavano due o tre minuti per convertire in sudore l’acqua che doveva proteggermi dalla spaventosa afa. All’alba mi svegliò un fonografo. Non potei tornare al museo, a cercare le cose. Fuggii tra i dirupi. Sto nei pantani del sud, tra piante acquatiche, infastidito dalle zanzare, con il mare o i sudici ruscelli fino alla vita, rendendomi conto che anticipai assurdamente la mia fuga. Credo che questa gente non è venuta per cercarmi; forse non mi hanno visto. Però seguo il mio destino; sono sprovvisto di tutto, confinato nel luogo più scarseggiante e meno abitabile dell’isola; negli acquitrini che il mare inonda una volta alla settimana.


Scrivo questo per lasciare una testimonianza dell’ostile miracolo. Se tra pochi giorni non muoio affogato, o lottando per la mia libertà, scriverò la Difesa per i Sopravvissuti e un Elogio a Malthus. Attaccherò, in quelle pagine, i devastatori delle foreste e dei deserti; dimostrerò che il mondo, con il perfezionamento della polizia, del giornalismo, della radiotelefonia, delle dogane, rende irreparabile ogni errore della giustizia, è un inferno unanime per i perseguitati. Fino adesso non ho potuto che scrivere questo foglio, che ieri non potevo prevedere. Quanto lavoro dà questa isola solitaria! Com’è duro il legno!


Un italiano, che vendeva tappeti a Calcutta, mi diede l’idea di venire qui; disse (nella sua lingua):
- Per un perseguitato, per Lei, c’è solo un posto nel mondo, ma in quel posto non si vive. È un’isola. Della gente bianca ci costruì, nel 1924 circa, un museo, una cappella, una piscina. Tutto è stato terminato ed abbandonato.
Lo interruppi; volevo il suo aiuto per il viaggio; il mercante continuò:
- Nemmeno i pirati cinesi o la nave bianca dell’Istituto Rockefeller la toccano. È il fuoco di una malattia, ancora misteriosa, che uccide dall’esterno verso l’interno. Cadono le unghie, i capelli, muoiono la pelle e le cornee degli occhi, e il corpo vive otto, quindici giorni. I marinai di una nave che era approdata nell’isola vennero trovati dall’incrociatore Namura scorticati, calvi, senza unghie. Il vapore venne affondato a cannonate.


Ma la mia vita era talmente orribile che decisi di partire… L’italiano volle dissuadermi; riuscii a fare in modo che mi aiutasse.
Sta notte, per la centesima volta, mi addormentai nell’isola vuota… osservando gli edifici pensavo a quanto sarebbe costato portare lì le pietre, a come sarebbe stato facile costruire un forno per mattoni. Mi addormentai tardi e la musica e le grida mi svegliarono all’alba. La vita da fuggitivo mi ha reso il sonno più leggero: sono certo che non è arrivata nessuna nave, nessun aeroplano, nessun dirigibile. Tuttavia, da un momento all’altro, in questa pesante notte d’estate, la collina è piena di gente che balla, che passeggia, che fa il bagno nella piscina, come turisti installati da tempo a Teques o a Marienbad.


Istituto Rockefeller: organismo fondato nel 1901 a New York da J.D. Rockefeller, destinato esclusivamente alla ricerca scientifica nel campo della medicina e che è diventato uno dei primi centri di ricerca mondiale.


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