Nov 2, 2013
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Impressioni d’Islanda

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Le impressioni che si hanno dell’Islanda sono molto forti, sono emozioni che non ti lasciano indifferente. Prima della partenza non sapevo cosa aspettarmi, ovvero avevo una vaga idea, ma mai mi sarei aspettato di trovare una simile bellezza. Siamo in viaggio di nozze, dopo 4 mesi ok, ma si doveva lavorare e non si poteva partire subito così la partenza è stata fissata per l’11 luglio. Rischiamo di perdere il treno per colpa mia, il giorno prima guardando gli orari non avevo notato che il treno delle 13.01 era un intercity e non un “regionale veloce” di cui avevamo il biglietto così Francesca è corsa a prendere il biglietto per l’intercity che ci porta a Mestre dove prendiamo l’autobus per l’aeroporto Marco Polo. Facciamo il checkin alla macchinetta ma ci stampa solo la carta d’imbarco per Francoforte dove dovremo fare nuovamente checkin. Per fortuna il bagaglio va direttamente a Reykjavik. Saliamo a bordo del volo Lufthansa LH329 su un Airbus A320-211 (D-AIPQ) e dopo un’oretta e meza sorvolando le alpi e Monaco di Baviera atterriamo a Francoforte. L’aeroporto di Francoforte è tra i più trafficati d’Europa e lo si vede dalle dimensioni, dal terminal di arrivo dobbiamo prendere il trenino senza autista che collega i vari terminal e ci spostiamo a quello per le partenze extra Schengen e dobbiamo rifare il controllo dei bagagli. Dobbiamo anche fare nuovamente ceck-in e ci dirigiamo verso il terminal molto cyberpunk dove prendiamo l’altra carta d’imbarco. Questo terminal è più spartano e incredibilmente vuoto e segue prevelentemente i voli per l’asia. Ci dirigiamo verso il gate d’imbarco e vediamo la gente scendere dal volo proveniente da Reykjavik vestita prevalentemente con pantaloni, giacche e scarponi da trekking. Ottimo, per ora siamo in sintonia con il clima. Saliamo a bordo del volo FI525 su un bel Boeing 757-2Y0 di nome Öræfajökull (TF-ISL) abbiamo i posti di coda 34E e 34F. La cosa diversa su questo volo è il fatto che a parte la bibita tutto il resto si paga, sia le cuffiette sia il cibo. Non sapendolo ma con una fame da lupi ci prendiamo un panino. 3 ore abbondanti e siamo a Keflavik e dall’aereo vediamo le coste islandesi e il cielo schirirsi sempre di più. Arriviamo verso mezzanotte e fa ancora chairo nonostante le nubi coprano l’aeroporto. Prendiamo il bagaglio e cerchiamo di capire come funziona l’autobus per il centro. Troviamo la mitica reykjavik Excursions e prendiamo il biglietto per il centro. Il primo autobus è pieno così togliamo le valigie che avevamo messo nel portabagagli e prendiamo il successivo. Inizia a piovere ma per fortuna siamo già dentro all’autobus. Prima di salirci il conducente ci chiede in che albergo dobbiamo andare e se lo segna. Abbiamo i due posti dietro l’autista così vediamo benissimo il panorama circostante lungo tutta la strada. Nel viaggio di circa 40 minuti per arrivare a Reykjavik iniziamo già a scoprire i lineamenti di quello che ci accompagnerà durante questo fantastico viaggio. Il paesaggio è molto spazioso e in lontananza si vedono delle colline e dei monti. Ogni tanto compare qualche agglomerato di case che sembrano far parte di un villaggio e tra queste vaste distese di erba, muschio e pietrame. Sta iniziando a fare più scuro, non notte, ma un crepuscolo molto scuro e tra le collinette ogni tanto spuntano delle figure umano che null’altro sono che pietre accatastate che sembrano esseri umani che fissano fermi l’orizzonte. La strada con poche curve ci porta a Reykjavik e la prima fermata è la stazione dei bus da dove partono gli altri bus per i vari alberghi. A noi viene detto di rimanere a bordo e dopo qualche minuto ripartiamo verso l’albergo che dista si e no 5 minuti. 1.47 siamo all’albergo Bjork. Consegnamo il voucher e ci danno la stanza 204. Andiamo a dormire curiosi della luce, ma stanchi del viaggio.

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